Separa due cani, poi il malore: muore a 48 anni don Stefano Pontil, un prete che sapeva amare

Separa due cani, poi il malore: muore don Stefano Pontil
Fonte: Di Gianni Santomaso,   corrierealpi.gelocal
RIVAMONTE. Separa i due cani che si erano azzuffati, poi si accascia su uno dei ragazzi che era andato a trovare alla Casera Maról. È morto così don Stefano Pontil, parroco di Voltago e Frassené. Ieri, attorno a mezzogiorno, un infarto ha portato via un sacerdote che in questi anni molto aveva fatto per i giovani dei due paesi.



Don Stefano Pontil, 46 anni, se n’è andato proprio mentre era in mezzo ai ragazzi che in mattinata avevano raggiunto la casera ai 1500 metri del colle della Maról, in comune di Rivamonte, al confine con Gosaldo e Voltago. In 13 erano saliti per festeggiare con una grigliata la fine dell'anno scolastico. Attorno alle 11.30 hanno visto spuntare Full, il cane che accompagnava ovunque don Stefano. E infatti, poco dopo, è spuntato anche il parroco. «Ci ha raggiunto - racconta uno dei ragazzi - è stato un po' lì; poi Full e il cane di uno di noi hanno iniziato ad azzuffarsi. Così il don è corso per separarli e ci è riuscito. Quando è tornato da noi ci ha detto: “Che dura che è stata questo giro!”. Poi ha iniziato a respirare con fatica e si è accasciato fra le braccia di uno di noi». Subito i ragazzi hanno pensato a uno scherzo, perché don Stefano era solito fare qualche burla. «Passano 10, 20 secondi - continua il ragazzo - le pupille hanno iniziato a dilatarsi e allora abbiamo capito che non si trattava di uno scherzo». I giovani hanno posizionato il corpo di don Stefano su un fianco avendo cura di tenergli la bocca aperta. Nel frattempo hanno chiamato il 118. Su indicazioni del Soccorso alpino di Agordo, l’elicottero del Suem di Pieve di Cadore ha individuato il luogo ed è atterrato nelle vicinanze, sbarcando tecnico di elisoccorso, medico e infermiere che hanno a lungo tentato le manovre per cercare di rianimare don Stefano, purtroppo invano. Constatato il decesso alle 12.45, la salma è stata ricomposta e imbarellata, per essere trasportata al cimitero di Rivamonte.



Don Stefano era arrivato a Voltago e Frassené nel 2008. Inizialmente aveva assunto anche l'incarico di parroco di Gosaldo, che aveva poi lasciato. Aveva preso il posto di don Fabio Cassol, ma anche di don Stefano Gorzegno, pure lui morto d'infarto a 44 anni nel 2003 sulla spiaggia di Termoli, dopo aver salvato tutti i ragazzi che erano con lui. «Il punto di riferimento di don Stefano - lo ricorda il vicario foraneo, monsignor Giorgio Lise - erano i giovani. Il suo impegno per loro andava oltre l'aspetto puramente religioso: a breve ne avrebbe portato un gruppo a Santiago. La canonica di Voltago, per i ragazzi, era poi sempre aperta». In questi otto anni, don Stefano aveva organizzato molti viaggi per i giovani di Voltago e Frassené: oltre a Santiago, Rio de Janeiro per la giornata mondiale della gioventù, Roma, Assisi. Una volta a settimana, invece, c’era il gruppo con i ragazzi dalla terza media in su.



«Credeva in noi - dice un ragazzo - pensava fossimo davvero il futuro». Insomma il suo era un ruolo importante per la comunità locale, come riconosce anche il sindaco Bruno Zanvit. «Oggi ho perso un grande amico - dice - quante chiacchierate, quando aveva bisogno di qualcosa veniva a chiedere con spontaneità e con il suo modo di scherzare. Lo incontravo ogni giorno mentre passeggiava con il suo Full: un saluto che voleva dire: "Anche oggi ho fatto la mia camminata». Don Stefano non lo dirà più: l'ultima l'ha fatta ieri per arrivare sulla Maról a salutare i suoi ragazzi





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