L' assassino che torturò e bruciò vivo Lucky è stato condannato al massimo della pena 5 anni di carcere (vero)


Uno sfortunato pitbull, che per ironia della sorte era stato chiamato Lucky, ha avuto giustizia. Mercoledì scorso un uomo dello stato della Virginia (USA) , che aveva adottato Lucky e che poi lo aveva torturato e bruciato a morte è stato condannato al massima della pena prevista dallo stato americano della Virginia, cinque anni di carcere e al termine della prigionia dovrà sottostare a tre anni di libertà vigilata Il giudice Steven Frucci che ha emesso la condanna per il 27enne Arthur M. Vieira ,ha detto:” In qualità di giudice non posso farmi coinvolgere dalle emozioni, ma devo prendere in considerazione la crudeltà e la cattiveria di quest’uomo e per questo lo condanno al massimo della pena che le leggi della Virginia mi consentono.

Nel mese di maggio dello scorso anno, in una boscaglia furono trovati i resti carbonizzati del povero Lucky, accanto al suo corpo furono rinvenuti i resti di una corda di nylon e una lattina che aveva contenuto il liquido infiammabile, fu subito chiaro che il cane era stato legato e poi bruciato . Il microchip recuperato dal suo martoriato corpo, portarono gli investigatori al suo assassino, Arthur M. Vieira, questi ammise che aveva adottato Lucky, ma sosteneva che successivamente lo aveva dato via. Incalzato dagli investigatori ,Vieira cambio versione più volte, disse che Lucky era scappato, poi infine sostenne che il cane lo aveva morso e che lui lo tramortì colpendolo con un bastone e che poi lo irrorò di benzina e lo bruciò. Tuttavia un veterinario che aveva esaminato il corpo di Lucky testimoniò che, non vi era alcuna prova che Lucky fosse stato colpito prima che gli fosse dato fuoco, l’efferato criminale lo aveva bruciato vivo.

Nel mese di novembre Vieira si dichiarò colpevole dell’uccisione di Lucky. Mercoledì prima che venisse emessa la sentenza, Vieira ha dichiarato in aula che non era in grado di razionalizzare le sue azioni, rivolgendosi alla corte ha detto: “ Voglio solo dire che mi dispiace e mi vergogno molto di quello che ho fatto, ancora adesso, non riesco a spiegarmi come abbia potuto fare tutto questo”. Come detto prima, il giudice non si è lasciato intenerire dal suo presunto pentimento ne dalle sue condizioni mentali e lo ha condannato al massimo della pena. Per completezza d'informazione vogliamo ricordare al lettore che negli USA i reati relativi alla crudeltà sugli animali ricadono nella competenza della legislazione dei singoli stati, non è affatto raro che in alcuni stati siano state emesse sentenze che hanno inflitto anche più di venti anni di carcere a imputati per reati contro gli animali. Ad ogni modo, quello che è certo e che nella stragrande parte degli stati americani chi maltratta gli animali va in galera, esattamente il contrario di ciò che accade in Italia.

 Fonte http://www.vbgov.com/ 





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